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domenica 23 agosto 2020

resistenza...



Vi sono discipline non propriamente sportive, ma collocate in un'area di movimento definito "artistico", fra queste la danza, delle quali poco si conosce circa l'intensità, la quantità e l'entità reale del carico sull'organismo nello sviluppo di una seduta.
E' sufficiente dotarsi di un cardiofrequenzimetro e monitorare un'ora di lezione apprezzando così le variazioni di intensità cardiache relative, calcolate empiricamente dalla massima frequenza teorica, rilevando le frequenza cardiache in movimento, ma soprattutto nella fase di recupero...(aspetto molto importante, soprattutto quando viene richiesta un'attenzione tecnica elevata).
Probabilmente rimarremmo molto colpiti da fatto che, per esempio, le ripetizioni coreografiche in serie producano dei picchi di intensità di esercizio elevati , e che la bontà del recupero (abbassamento utile della Fc dopo ogni serie di impegno) varierà molto da ballerino a ballerino, dimostrando così la necessità di allenare a fondo il sistema energetico relativo alla capacità aerobica, alla potenza aerobica e alla capacità lattacida.
E' evidente che tutti i danzatori del mondo esercitandosi nella propria disciplina promuoveranno nel tempo, un miglioramento del proprio potenziale energetico. La progressione nell'apprendimento determinerà un sovraccarico funzionale, il quale poi raggiunto un livello massimale si stabilizzerà e se non stimolato ulteriormente, tenderà col passare del tempo, a decrescere.
Proprio su questa decrescita dovremmo soffermarci.
E' chiaro che la danza impone un avvicinamento tecnico, dapprima sotto forma di propedeuticità, molto precoce, via via il ballerino matura, e migliora sino al raggiungimento di un'età corrispondente alla piena maturità...da li in poi i guadagni reali saranno statisticamente più bassi, molto spesso impercettibili.
Occorre che il ballerino investa sulla preparazione fisica parallela alla danza. Oggi viene dato un notevole impulso a questo aspetto, lo dimostrano i molti video in rete di ballerini professionisti i quali registrano lezioni di "body conditioning", ma il più delle volte si tratta di allenamenti "funzionali", ovvero relativi al consolidamento e rafforzamento della postura attraverso esercizi di core, di balance, di forza e di potenza. Non male direi, è corretto e utile lavorare su questi aspetti, ma non dobbiamo dimenticarci di quanto poi realmente favorisce la "resistenza" all'esercizio della danza, ovvero il sistema cardio-circolatorio e respiratorio. Ebbene su questo occorrerà incentivare più di quanto non si stia facendo, un allenamento periodizzato (ovvero coordinato con le richieste del calendario stagionale) in cui la progressione del sovraccarico scelto (circuito-corsa-macchinari aerobici-nuoto-walking ecc ecc) sia realizzato in base all'intensità, frequenza, durata del programma di condizionamento aerobico. E' opportuno favorire le naturali inclinazioni del ballerino circa la scelta dell'attività aerobica, ed è corretto monitorarne l'intensità. Di tutti i parametri dell'allenamento, il fattore più importante è proprio questo: l'intensità, la quale dovrà essere dosata accuratamente e variata, l'accresciuta potenza aerobica così ottenuta, verrà travasata nella propria disciplina (transfer positivo) con benefici reali sull'acquisizione della tecnica e sulla maggiore resistenza esecutiva nelle coreografie.
L'accentuazione del condizionamento aerobico dovrebbe trovare il suo periodo di maggior crescita di carico proprio dalla fine del mese di agosto e proseguire sino all'inizio di ottobre, in corrispondenza della ripresa dell'attività coreutica.